Un avvocato civilista
di Los Angeles, Matthew Butterick[1],
ha realizzato un sito
dal titolo Typography for Lawyers con lo scopo di insegnare
agli avvocati ad adottare i giusti accorgimenti tipografici nella
stesura degli atti. Insomma un vero e proprio corso di tipografia
espressamente pensato per gli avvocati.
L’idea di fondo è che
prestando attenzione allo stile tipografico di un documento legale
— dalla scelta dei font all’impaginazione — esso possa risultare
esteticamente più gradevole, più chiaro ed, anche, più persuasivo.
Secondo il legale americano, infatti, scrivere un’intera memoria, ad
es., con font Times New Roman a dimensione 12, equivale a
discutere oralmente una causa davanti al giudice, stando immobili,
con gli occhi bassi, fissi sul foglio, leggendo con voce monotona,
finendo così inevitabilmente per perdere l’attenzione del giudice.
Così come presentare uno scritto poco curato corrisponderebbe a
presentarsi in udienza senza essersi fatti una doccia, lavati i
denti, pettinati i capelli o con una camicia o delle scarpe sporche.
Ovviamente Butterick
tiene pure a precisare che lo stile tipografico è sicuramente
importante, essendo importante come le cose vengono presentate, ma
la sostanza delle argomentazioni e la qualità dello scritto
rimangono ancora la cosa più importante.
Vediamo dunque quali
sono le regole tipografiche che un buon avvocato dovrebbe conoscere
e mettere in pratica nella redazione dei propri scritti difensivi.
Le virgolette semplici
(Straight quotes) sono quelle dritte verticali, ossia '
(singola o apice) e " (doppia).
Le virgolette inglesi
(Curly quotes), invece, risultano maggiormente aggraziate e
leggibili, e sono di due tipi a seconda che aprano (‘ e “) o
chiudano (’ e ”) la citazione.
Secondo Butterick, mai
e poi mai andrebbero utilizzate le virgolette semplici[2].
La buona notizia è che
Microsoft Word converte automaticamente le virgolette semplici in
virgolette inglesi[3].
Andrebbe evitato l’uso
della sottolineatura perché “inventata” ai tempi delle macchine da
scrivere come unico modo per enfatizzare un testo non esistendo,
all’epoca, il grassetto e il corsivo. Viene consigliato dunque di
usare il corsivo per sottolineare un concetto (ma noi, in Italia, il
corsivo lo utilizziamo prevalentemente per le citazioni, tipicamente
della giurisprudenza). Rimane il grassetto. Viene invece
sconsigliato, senza spiegarne bene il motivo, il grassetto-corsivo.
Si raccomanda, poi, sia con riferimento all’uso del grassetto che
del corsivo, di non eccedere poiché, dovendo servire a mettere in
evidenza un concetto, se si mette in evidenza tutto (o troppo) è
come non mettere in evidenza niente. Sconsigliatissimo è poi
scrivere un intero paragrafo in grassetto (perché magari ritenuto
particolarmente importante) dovendo limitarsi a mettere in grassetto
solo le parole o piccole frasi più significative del periodo.
Un’alternativa all’uso
del grassetto e del corsivo per evidenziare una parte del testo può
essere l’uso del maiuscoletto
che è come il maiuscolo ma con l’altezza del minuscolo.
Esemplificativamente
il testo centrato dovrebbe essere utilizzato per i titoli delle
varie sezioni dello scritto difensivo (come “PREMESSE”, “FATTO E
DIRITTO”, “CONCLUSIONI”, ecc.) mentre non andrebbe usato, ad es.,
per i titoli dei vari motivi/punti dello scritto difensivo. Nemmeno
eventuali tabelle presenti nel documento andrebbero centrate ma
andrebbero, invece, lasciate allineate a sinistra.
Si ritiene che sia
meglio giustificare il testo (da al documento un aspetto più chiaro
e formale), anche se si precisa che gli spazi aggiunti tra le parole
potrebbero distrarre la lettura e che giustificare o non
giustificare il testo è solo una questione di preferenze personali e
non è indice di uno “stile tipografico professionale”. Personalmente
non sono affatto d’accordo con l’autore del sito su questo punto: a
mio avviso un atto, una lettera o qualsiasi altro documento legale
presentato senza giustificare il testo risulta estremamente
“sciatto”. Comunque non si può fare a meno di notare come tutti gli
articoli del sito siano scritti con testo allineato a sinistra non
giustificato.
Infine si consiglia di
attivare la sillabazione quando si giustifica il testo in modo che,
andando a capo, non si creino spazi troppo grandi tra le parole; il
che potrebbe anche essere condivisibile.
Ci sono due modi per
segnalare l’inizio di un nuovo paragrafo: l’indentazione della prima
riga e lo spazio tra i paragrafi. Secondo Butterick questi due
metodi vanno utilizzati in alternativa tra loro e non
cumulativamente. Insomma se si usa l’indentazione della prima riga
non si deve lasciare lo spazio tra i paragrafi e viceversa.
Personalmente, spesso uso, cumulativamente, sia lo spazio tra
paragrafi che l’indentazione della prima riga e non ci trovo proprio
nulla di male...
J
Naturalmente non
bisogna usare gli spazi per creare l’indentazione, ma nemmeno il
Tab. Bisogna invece utilizzare esclusivamente la relativa proprietà
di paragrafo. Allo stesso modo per inserire lo spazio tra i
paragrafi non bisogna inserire un Invio tra i paragrafi ma usare la
relativa proprietà di paragrafo.
Andrebbe limitato al
massimo l’uso di testo scritto tutto maiuscolo che risulta anche più
faticoso da leggere perché rende più omogenee le forme rispetto al
minuscolo. L’uso del maiuscolo è dunque consentito solo per brevi
titoli (meno di una riga) e in poche altre occasioni.
Inoltre, non è
necessario, come spesso si vede fare negli atti difensivi, mettere i
nomi delle parti o i termini chiave tutti in maiuscolo (o peggio in
maiuscolo e grassetto). Dunque andrà scritto “Tizio Tizi” e non
“TIZIO TIZI”.
Viene inoltre
consigliato di mettere uno spazio tra le lettere per rendere più
leggibile il testo scritto in maiuscolo (es. T R I B U N A L E D
I S P O L E T O anziché TRIBUNALE DI SPOLETO). Un altro metodo può
essere quello di espandere la spaziatura tra i caratteri (in Word:
Finestra Carattere – Scheda Spaziatura e posizione –
Spaziatura).
Un’alternativa all’uso
del MAIUSCOLO può essere l’uso del
maiuscoletto.
Bisogna evitare,
infine, di scrivere interi blocchi di testo tutti in maiuscolo come
accade spesso, ad es., nei testi dei contratti nell’errata
convinzione che ciò serva a dare più importanza a quel periodo: se
c’è una parte particolarmente importante nel contratto, l’ultima
cosa che voglio è che chi legge la scorra velocemente perché è
difficile da leggere. Un modo per evidenziare una parte di un
contratto può essere quello di mettere una cornice intorno ad essa
oppure farla precedere dalla parola IMPORTANTE (ma lasciando il
resto del testo in minuscolo).
Altro comportamento
deprecabile è quello di inserire il “disclaimer” in fondo alle
e-mail tutto in maiuscolo.
Questi segni pur
essendo simili non sono intercambiabili.
Il segno meno viene
usato per:
- andare a capo
- dividere due
parole (es.: e-mail)
Il trattino (en
dash) viene usato per:
- indicare un
intervallo di valori (es. 10–100 o A–G)
- sottolineare
una connessione o un contrasto tra una coppia di parole (es.: i
rapporti Italia–Francia; la dicotomia buono–cattivo, ecc.)
Il trattino lungo (em
dash) viene utilizzato per indicare una pausa tra due frasi o un
inciso. Esso va utilizzato quando una virgola appare “troppo poco” e
un punto e virgola o una coppia di parentesi appaiono eccessivi.
Secondo Butterick anche in questo caso non si dovrebbero mettere
spazi tra il trattino lungo e le lettere che lo precedono e seguono
(es. La Cassazione—che ha funzione nomofilattica—ha stabilito[...]).
Io, personalmente, uno spazio preferisco metterlo (La Cassazione —
che ha funzione nomofilattica — ha stabilito[...]) per favorire la
leggibilità del testo; d’altronde lo stesso Butterick ci dice (nei
commenti) che, ad esempio, il New York Times usa il trattino
preceduto e seguito dallo spazio, quindi...
Bisogna poi
assolutamente evitare di digitare due (--) o tre (---) segni meno al
posto dei trattini. Ci sono i trattini quindi usiamo quelli[10].
Per fare in modo che
il testo non vada a capo incontrando uno di questi simboli occorre
inserire un “non‑breaking hypen”[11].
Per quanto concerne gli elenchi numerati, si sconsiglia l’utilizzo
sia dei numeri romani — sia maiuscoli (I, II, III) che minuscoli (i,
ii, iii) perché difficili da leggere e “decifrare” e perché
confondibili tra loro — sia delle lettere, maiuscole (A, B, C) o
minuscole (a, b, c). Si consiglia, invece, di usare più livelli di
numeri.
Ad esempio, anziché:
I primo punto primo livello
A primo punto secondo livello
B secondo punto secondo livello
1 primo punto terzo livello
2 secondo punto terzo livello
C terzo punto secondo livello
II secondo punto primo livello
usare:
1. primo punto primo livello
1.1 primo punto secondo livello
1.2 secondo punto secondo livello
1.2.1 primo punto terzo livello
2.2.2 secondo punto terzo livello
1.3 terzo punto secondo livello
2. secondo punto primo livello
Questo sistema, in effetti, appare più comprensibile e permette di
capire sempre chiaramente in quale punto dell’elenco ci si trova.
-
l’interruzione di paragrafo (carriage return)[12]
-
l’interruzione di pagina (hard page break)
Ognuno di essi ha una funzione diversa e va usato “lo spazio giusto”
a seconda dei casi. Ciò per due ragioni principali: ottenere il
risultato voluto con il minor numero di digitazioni (si pensi al
digitare tanti spazi fino ad arrivare alla riga successiva anziché
premere Invio per andare a capo oppure al premere tante volte Invio
anziché inserire un’interruzione di pagina per inserire un paragrafo
che deve cominciare in una nuova pagina) e poter gestire meglio il
testo successivamente (ad es. se si sono inseriti degli invii per
andare a pagina nuova, quando andremo ad inserire nuove righe di
testo prima di quel punto, il testo scorrerà e ci troveremo uno
spazio vuoto nel punto in cui intendevamo andare a pagina nuova,
cosa che non sarebbe successa usando l’interruzione di pagina).
Perdere un po’ di tempo per imparare ad usare correttamente tali
caratteri ci apporterà molti benefici in futuro.
Lo spazio ha l’unica funzione di creare uno spazio bianco tra
due parole! Allo stesso modo, la barra spaziatrice ha una sola
funzione: inserire un singolo spazio. Non bisogna usare la
barra spaziatrice come un “distributore di spazi”, tenendola premuta
e guardando scorrere il cursore sullo schermo.
Il “non-breaking space” appare come un normale spazio
ma impedisce al word processor di mandare a capo in quel punto. Per
inserire questo carattere in word premere Shift+Ctrl+Barra
spaziatrice. Risulta utile quando l’andare a capo spezzerebbe due
parole che per chiarezza devono stare insieme. Funzione simile ha il
“non-breaking
hypen”.
Il carattere Tab permette di inserire una tabulazione nel
testo (spazio bianco) muovendo il cursore nel punto dove si trova il
segno di tabulazione[13]
seguente, impostato dall’utente o di default.
Non usare il Tab
per inserire uno spazio all’inizio di un paragrafo, a tale scopo
servirsi dell’indentazione “rientro prima riga” ().
Non usare il carattere Tab nemmeno per incolonnare il testo,
a tale scopo servirsi di una tabella.
L’interruzione di riga sposta il cursore all’inizio della
riga successiva senza iniziare un nuovo paragrafo.
L’interruzione di paragrafo (a capo) viene usato per
iniziare un nuovo paragrafo. Come per lo spazio, va usato soltanto
una volta. Per lasciare più spazio tra i paragrafi servirsi delle
proprietà del paragrafo e non dell’inserimento di più “a capo”
consecutivi.
L’interruzione di pagina sposta l’inserimento del testo
all’inizio della pagina successiva. Va usata questa funzione, e non
“a capo” multipli per i motivi illustrati in precedenza.
Secondo Butterick le tabelle sono uno degli strumenti più comodi
presenti in un word processor e sono spesso la miglior soluzione
per risolvere problemi di layout specie quando non è possibile fare
ciò che si vuole utilizzando semplicemente spazi vuoti. Le tabelle,
però, possono essere difficili da usare perché l’interfaccia utente
per la loro modifica è complessa.
Il consiglio principale circa l’uso delle tabelle è quello di
utilizzare i bordi delle stesse soltanto durante l’inserimento delle
informazioni e poi di nasconderli in modo che il testo contenuto
nelle celle crei una griglia implicita. Ciò perché i bordi possono
rendere difficile la lettura del testo soprattutto quando si tratta
di tabelle con molte celle di piccole dimensioni.
L’altro consiglio è quello di aumentare la dimensione dei margini
delle celle rispetto a quella predefinita per rendere il testo più
leggibile.
Quando solo la
prima riga di un paragrafo si trova in fondo alla pagina ed il resto
del paragrafo prosegue nella pagina successiva, tale riga è detta orfana. Quando, invece, tutto il paragrafo si trova in fondo
alla pagina e solo l’ultima riga dello stesso si trova nella pagina
successiva, tale riga è detta vedova. Il controllo delle
righe orfane e vedove (in Word: nella finestra di dialogo
“Paragrafo”, scheda “Distribuzione testo”, “Controlla righe
isolate”), sposta la riga orfana nella pagina successiva insieme al
resto del paragrafo mentre in caso di riga vedova sposta tutto il
paragrafo alla pagina successiva. Il consiglio è quello di usare il
controllo delle righe isolate solo quando vedove ed orfane causano
evidenti problemi, altrimenti si ritiene che lo spazio vuoto
lasciato in fondo alla pagina sia più fastidioso delle righe orfane
e vedove.
Altre opzioni per la
distribuzione del testo del paragrafo
Oltre al controllo delle righe orfane e vedove vengono analizzati
anche altri tre tipi di controllo della distribuzione del testo
presenti nella scheda “Distribuzione testo” della finestra di
dialogo “Paragrafo”. Essi sono:
“Mantieni assieme le righe” che indica che il
paragrafo selezionato non deve essere diviso su due pagine;
“Mantieni con il successivo” che lega l’ultima riga di
un paragrafo con la prima del successivo. Questa opzione fa si che
due paragrafi non vengano spezzati su due pagine. Essa funziona come
la precedente ma lavora tra i paragrafi anziché all’interno di un
paragrafo. Questa opzioni andrebbe utilizzata sempre per i titoli
per evitare che il titolo si trovi in fondo alla pagina ed il
relativo testo cominci nella pagina successiva;
“Anteponi interruzione” che garantisce che il
paragrafo inizi in una nuova pagina.
-
Usare il carattere underscore (_) per creare una linea
bassa ___________ (ad es. per la firma)
-
La dimensione ideale di carattere da usare per il
corpo del testo è compresa tra 10 e 12 punti. Ma spesso ciò può
variare a seconda del tipo di font utilizzato.
-
Attivare la crenatura dei caratteri (in Word: Finestra
Carattere – Scheda Spaziatura e posizione)
-
Usare sempre il colore nero del testo per i documenti.
In altri casi, come per i biglietti da visita, potrebbe essere
possibile usare, con moderazione, anche testo colorato: preferire
comunque diverse sfumature dello stesso colore piuttosto che più
colori contrastanti.
-
L’interlinea ideale sarebbe tra il 120% e il 145%
della dimensione del carattere (quindi, ad esempio, con carattere di
dimensione 11 bisognerebbe usare un’interlinea di 13-16 punti)
-
La lunghezza ideale di una riga sarebbe tra i 45 e i
90 caratteri (spazi inclusi). Secondo me 45 caratteri per riga sono
davvero troppo pochi: mi terrei sempre almeno sopra i 70 caratteri
(spazi inclusi).
-
L’uso di testo in colonne è raro nei documenti legali.
Esso potrebbe comunque essere usato, ad esempio, per la redazione di
contratti. In ogni caso si consiglia di non inserire mai più di tre
colonne per pagina.
-
Si consiglia, infine, di utilizzare gli stili anziché
formattare ogni paragrafo separatamente.
Vi sono due tipi di font di caratteri:
monospazio e proporzionali. I primi sono caratterizzati dal fatto di avere
tutti i caratteri della stessa larghezza mentre i secondi hanno
caratteri di larghezza variabile. I caratteri proporzionali sono
generalmente considerati più attraenti e più facili da leggere. I
font monospazio sono più difficili da leggere ed occupano più spazio
orizzontalmente (ciò è più evidente per i caratteri stretti come i,
l, t, f, segni di punteggiatura, ecc.). Essi vennero inventati per
le vecchie macchine da scrivere.
Un tipico esempio di
carattere monospazio è il Courier.
Ecco un esempio:
Attualmente l’uso di caratteri monospazio è tendenzialmente
sconsigliato essendo ormai venuti meno i motivi che avevano portato
alla loro adozione[14].
Il sito in commento non ne parla ma io aggiungerei che i font si
distinguono anche nei font con grazie e font senza grazie.
I primi sono quelli i cui caratteri possiedono alle estremità degli
allungamenti ortogonali, detti appunto grazie, mentre i secondi ne
sono privi. I font con grazie sono considerati preferibili perché
più gradevoli esteticamente e di più facile lettura. Un tipico
esempio di font con le grazie è il
Times New Roman.
Esempio di font senza grazie e invece
Arial.
Si può poi distinguere tra i font di sistema e gli altri font.
Ovviamente i font di sistema sono quelli che già si trovano di
default nel proprio computer (rectius: nel sistema operativo)
mentre gli altri sono quelli che vanno acquistati ed installati
successivamente. I font di sistema hanno tre difetti:
-
sono molto diffusi perché essendo già presenti nel sistema
vengono utilizzati da molte persone. Di conseguenza non risultano
molto originali;
-
sono spesso ottimizzati per essere visualizzati sullo schermo e non
per la stampa (ad es.
Georgia,
Verdana e
Calibri);
-
alcuni sono davvero brutti.
In ogni caso, tra i vari font di sistema (ossia inclusi nel sistema
Windows, nel sistema Mac o in Office) viene stilata una sorta di
classifica che va dai migliori fino a quelli assolutamente da
evitare (anche se io ritengo che nella scelta incidano sempre anche
i gusti personali).
Alcuni dei font di sistema più comuni vengono poi passati in
rassegna indicando anche alternative (font simili ma considerati
migliori). Ecco alcuni esempi:
Fra i font a pagamento, invece, per gli scritti legali si
consigliano: Sabon (per gli atti), Stempel Garamond (per la
corrispondenza), Lyon Text, Miller, Minion, Williams Caslon, Mercury
Quanto poi all’usare diversi font nello stesso documento ciò
è possibile ma non indispensabile. E’ possibile già ottenere diversi
aspetti dallo stesso font usando grassetto, corsivo, maiuscoletto,
ecc. In ogni caso, l’uso di due font è quasi sempre accettabile,
meno accettabile è l’uso di 3 font, e quasi mai andrebbero usati 4 o
più font in uno stesso documento. Di solito è comunque meglio usare
nello stesso documento font simili piuttosto che font molto diversi
tra loro. Infine, non bisognerebbe mai usare font diversi nello
stesso paragrafo.
Matthew Butterick precisa poi che il font usato costituisce soltanto
un ingrediente di un buono stile tipografico per il quale non sono
né necessari né sufficienti dei buoni font. Si può ottenere
un’eccellente stile tipografico usando i font di sistema così come
si può ottenere un pessimo stile tipografico utilizzando font
eccezionali.
Nella “guida” di Matthew Butterick vengono poi affrontate questioni
che concernono esclusivamente il mondo americano, dove, a quanto
pare, c’è l’abitudine di mettere due spazi anziché uno alla fine
della frase. Sembrerebbe che tale abitudine risalga ai tempi delle
macchine da scrivere, quando i doppi spazi aiutavano a distinguere
meglio le frasi, e che sia sopravvissuta fino ai giorni nostri. Non
mi risulta che in Italia qualcuno usi il doppio spazio dopo il
punto.
Vi sono poi sezioni che, secondo me, hanno più a che fare con l’uso
della lingua che con lo stile tipografico, come, ad es., quando vada
usata la virgola e quando il punto e virgola. Lo stesso dicasi per
il consiglio di utilizzare più spesso frasi interrogative negli atti
difensivi o quello di non usare più di un punto esclamativo ogni tre
pagine.
Nelle ultime sezioni del sito troviamo, infine, anche consigli su
come dare un buon aspetto tipografico ai nostri biglietti da visita
o al nostro curriculum vitae o consigli sul tipo di stampante da
scegliere o, ancora, su come creare un file PDF.
Una volta finito di leggere l’intero contenuto del sito, due sono
state le principali considerazioni “negative” che mi sono sorte
spontanee:
1)
Molte delle cose affermate nel sito, e date per verità
assolute, sono in realtà opinabili potendo dipendere da gusti
personali, contesto, ecc.
2)
La maggior parte delle sezioni del sito enunciano concetti
generici circa la corretta impostazione tipografica di un testo, non
specifici per avvocati
[1] Il quale ci racconta che prima di
diventare avvocato aveva conseguito una laurea in arte
presso la Harvard University specializzandosi in design
grafico e tipografia e di aver lavorato, dopo il college,
come disegnatore di Font digitali e di essersi poi dedicato
allo sviluppo di siti web.
[2] Vanno però usate le virgolette
semplici per indicare minuti e secondi (es. 10' e 50'')
[3] Tale comportamento di Word può
comunque essere modificato agendo sulle “Opzioni di
correzione automatica”.
[9] Per chi usa il Mac: Shift+Option+segno
meno; per rendere questo trattino in HTML: &mdash
[10] Trucchetto: potete impostare le
opzioni di correzione automatica in modo che Word converta
automaticamente due segni meno consecutivi (--) in trattino
(en dash (–)) e tre segni meno consecutivi (---) in
trattino lungo (em dash (—)); oppure, sempre in Word,
si può ottenere il trattino (en dash) premendo i
tasti Ctrl + segno meno del tastierino numerico ed il
trattino lungo (em dash) premendo Ctrl + Alt + segno
meno del tastierino numerico.
[12] Il “classico” a capo che si ottiene
premendo il tasto Invio
[13] Esistono numerosi segni di
tabulazione come Tabulazione sinistra, Tabulazione
centrata, Tabulazione destra, Tabulazione decimale,
Tabulazione a barre, ecc.
[14] Peraltro scopriamo che in alcune
Corti americane, ad es. nel New Jersey, è obbligatorio l’uso
del Courier come font.
Commenti
Data: 18/04/2012 16:47
Nome Utente: Paolo
Commento: Anch'io sono un Collega appassionato di
tipografia. questo mi ha portato a procurarami un sacco di
fonts non di sistema tra cui non so scegliere. Me ne
indicheresti uno tra: Simoncini Garamond, ITC Galliard,
Bulmer, DeVinne, Newaster
Grazie
Data: 19/04/2012 12:30
Nome Utente: Avv. Massimiliano Silveri
Commento: Caro Collega, come già detto
nell'articolo, molto dipende dai gusti personali. Fra i font
da te indicati, personalmente, opterei per il Garamond per
gli atti e per il Galliard o il Bulmer per la
corrispondenza.
Data: 20/04/2012 16:47
Nome Utente: Paolo
Commento: Grazie Collega! Comunque se hai altri fonts
da suggerire (e possibilmente originali) sono ben
accetti....Complimenti per la pagina e a presto
Data: 09/01/2013 18:55
Nome Utente: misstypo
Commento: Semplicemente fantastico!
se posso permettermi tra i font migliori consiglierei anche
il Bembo (fra i graziati) e il Rotis (fra i bastoni).
È bello sapere che c'è ancora qualcuno che usa correttamente
i segni diacritici.
Data: 09/01/2013 20:54
Nome Utente: Avv. Massimiliano Silveri
Commento: Grazie misstypo per la segnalazione dei due
font!
Per quanto riguarda il Bembo è interessante sapere che si
tratta di un carattere tipografico creato da Francesco
Griffo da Bologna per l'edizione del De Aetna di Pietro
Bembo.(fonte wikipedia ;) ) e viene utilizzato
principalmente come font per la stampa di libri. Dovrebbe
far parte dei font a pagamento ed il relativo copyright
dovrebbe appartenere alla Monotype Design Studio che
l'ha disegnato nel 1929, ma viene distribuito anche da
Adobe. Sinceramente non mi entusiasma. Per quanto di nostro
interesse potrebbe essere adatto per la redazione di atti
anche se ho l'impressione che a lungo andare tenda un po' a
stancare la vista del lettore.
Per quanto riguarda il Rotis, anch'esso a pagamento, è un
font decisamente più recente sviluppato nel 1988 da Otl
Aicher, un graphic designer tedesco. Esso esiste nelle
versioni con serif pieni (serif), con serif accennati (semi-serif),
senza serif ma con variazioni di spessore nel carattere (semi-sans),
senza serif e variazioni di spessore nel carattere (sans).Viene
utilizzato per la stampa di libri, di giornali e riviste
oltre che in documenti e corrispondenza commerciale. Ai
nostri fini ritengo possa essere utilmente utilizzato sia
per la redazione di atti che per la corrispondenza. In
particolare lo trovo molto adatto, nella versione Serif,
per la stampa degli atti.
Data: 04/04/2015 15:05
Nome Utente: Ettore Lorello
Commento: Lavoro nel campo delle TLC e scrivo molti documenti di tipo tecnico. Mi sono spesso chiesto come va scritto un documento dal punto di vista dei font e del layout. Leggendo questa guida ho trovato molti spunti e suggerimenti che mi saranno utili.
Grazie per gli ottimi consigli.
Data: 17/03/2017 14:50
Nome Utente: DiegoM
Commento: Mi occupo di informatica, uso primariamente
piattaforme Linux e LibreOffice per la videoscrittura.
Testo interessante; mi è spiaciuto non trovare alcuna nota
relativamente alle licenze d'uso dei fonts, che potrebbero
portare a problemi in termini di diritti (ad esempio con
l'uso dei font proprietari come Calibri).
Oggi esistono alternative di fonts assai valide (vedi su
google fonts) e con licenza aperta, in molti casi
metricamente compatibili con fonts preinstallati nei sistemi
ma proprietari.
Data: 01/05/2017 02:30
Nome Utente: Federico Maria Giuliani
Commento: Vivissimi complimenti. Sei molto bravo.
Teniamoci in contatto.
Tante cordialità,
Federico
Avv. Massimiliano Silveri
P.tta del Teatro Clitunno, 3 - 06049 SPOLETO (PG) - Tel/Fax: 0743.840165